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Architetto, ingegnere, geometra o…. perito? Aiuto!!!!

Nicodemo ci racconta come cavarsela nella vita della burocrazia impazzita.

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Quante volte d’inverno si pensa di rifare il tetto o d’estate realizzare un piccolo gazebo? E la domanda è sempre la stessa: serve il permesso del Comune? La risposta non è mai scontata. Un tecnico, operante nell’ambito dell’edile può rispondervi in base all’applicazione delle vigenti norme, sentenziando una risposta di fattibilità per l’opera. Ed è molto probabile che non sia solo il “Comune” ha richiedere un atto autorizzativo, ma anche altre entità statali quali il Genio Civile, la Soprintendenza, Fossi e Canali, Strade, e via dicendo. Ed è frequente lo stordimento e lo sbigottimento di quanta “carta” con scritto sopra dei concetti, serva per montare nel proprio giardino senza il pensiero che entri nell’occhio del vicino o dello zelante vigile, una casetta in legno di abete comprata al “Brico”. In questo caso le conseguenze sono molteplici e spaziano dall’esposto alla magistratura, al verbale d’infrazione che apre la strada ad un provvedimento di accertamento, e pertanto verso una probabile sanzione ma anche, nei casi più sfortunati ma frequenti, nel penale. E la domanda viene spontanea: ma se la vende la “Brico”, perché non la posso montare? La risposta è semplice: anche i magazzini vendono i mattoni e il cemento, ma non è detto che l’acquisto porti immediatamente al loro pieno utilizzo. E se si fa attenzione questo concetto, è alla base di tutto. Che sia una tettoina, un forno, un gazebo, ma anche una stufa, una ciabatta elettrica a cui collegare cinque elettrodomestici, l’auto o il ciclomotore, una medicina. Per tutto serve un “autorizzazione”, cioè una verifica preventiva dell’idoneità dell’oggetto alla funzione, ancor prima che questo venga utilizzato. In ambito edile, l’autorizzazione si basa su elementi del vivere comune (codice civile), dello sviluppo funzionale del territorio (leggi urbanistiche), della sicurezza (Testo Unico dell’Edilizia e leggi antisismiche) e sul concetto fondamentale del paesaggio quale bene “comune” (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Si caro lettore, il tuo gazebo in alcuni casi, può contrastare l’armonica resa paesaggistica delle bellezze naturali, rompendo le scatole al cultore della sobrietà, imponendoti per norma e legge, la demolizione e qualche mese di condizionale (se ne hai a disposizione) oppure un lieto e dovuto ristoro per qualche giorno presso le Patrie Galere o nel caso tu lo voglia riscattarle, un adeguato compenso per ogni giorno che il giudice ti impone di soggiorno obbligato. Si capisca bene allora, che il sistema nasce e si fonda sull’altrui rispetto, e questo obbliga la società a dotarsi di anticorpi (il più potente è la magistratura) tali che si evitino situazioni di contrasto sociale, sanitario, funzionale. E si ricordi che queste regole le abbiamo volute e agogniate, e hanno fondamento dalla costituzione Italiana. Ritornando al tema principale, serve un architetto, un ingegnere, un geometra o un perito?  Serve un tecnico serio! Ha un suo costo in vile denaro, ma risolve in partenza cure psichiatriche, notti insonni e l’ingresso nella vostra vita di ulteriori professionisti: gli avvocati.

Nicodemo

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