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Colombini, nuova udienza del processo contro il Pucciniano

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Prosegue, nelle aule giudiziarie, la querelle portata avanti dal Puccini e la sua Lucca Festival nei confronti del Festival Pucciniano di Torre del Lago.

La causa per risarcimento danni intentata da Colombini al Festival versiliese vedrà a giugno una nuova udienza per la quale il Festival di Colombini ha chiamato 17 testimoni al fine di dimostrare il danno di immagine e materiale che sarebbero stati arrecati dal Fondazione Pucciniano di Torre del Lago con 9 anni di cause civili e penali.

Colombini ricorda come gli avvocati costino, e costino caro, e afferma che alcune richieste di aggiustamento non hanno avuto esito. "Il solo fine era appunto quello di prendere tempo - osserva Colombini - cosa della quale prendiamo atto, a fronte di una nostra reale volontà di non proseguire una guerra che non solo avrà effetti civili chiari ed inequivocabili viste le sentenze a nostro favore, ma anche effetti penali verso chi ha autorizzato e firmato i mandati ad agire contro di me in sede penale, così come previsto dalla legge".

Il creatore del Festival lucchese non si ferma qui: nelle more del giudizio, infatti, sono state adottate le opportune misure cautelari: "Proseguiremo anche con la richiesta di sequestro conservativo dei beni del Pucciniano - spiega - come annunciato in precedenza, vista anche una attenta analisi del bilancio della Fondazione stessa, bilancio che a nostro parere e in base ad esame contabile approfondito, manifesta una situazione patrimoniale che non esitiamo a definire preoccupante, con poste di bilancio che chi gestisce e partecipa in un festival pubblico dovrebbe considerare e valutare con grande attenzione e che vogliamo portare all'attenzione degli organi di controllo competenti. Tutto ciò al fine di non trovarci con un pugno di mosche in mano. Siamo spiacenti di tutto questo ma d'altronde, a fronte di lettere ingiuriose nei miei confronti e delle mie associazioni inviate agli enti pubblici negli anni precedenti la mia piena assoluzione (lettere, regolarmente protocollate e che insistentemente richiedevano la cancellazione dei contributi pubblici al nostro Festival "reo" di reati che poi non ha commesso e per cui è stato assolto in pieno, ma i soldi ce li hanno comunque tolti...), noi avevamo sempre cercato una via di accordo bonario specie in virtù del fatto che ben sapevamo essere totalmente innocenti. Adesso siamo alla resa dei conti e ci preme che i nostri diritti non svaniscano in fumo solo perché la controparte è un carrozzone pubblico e, in quanto tale, "da tutelare" a tutti i costi, specie sotto elezioni".

Il Puccini e la sua Lucca Festival chiederà quindi il sequestro conservativo immediato dei beni e degli eventuali incassi degli spettacoli, fino alla risoluzione della causa. "Il giudice - chiude Colombini - deciderà il nostro risarcimento anche sulla base, inevitabilmente, dei contributi perduti dal nostro festival in questi anni (il Festival non ha più contributi pubblici di nessun tipo da circa un anno e mezzo e nel corso degli ultimi 10 anni i contributi sono stati azzerati e senza motivo - visto che ad altri venivano e vengono ancora oggi concessi, in quantità ancora maggiore  rispetto ai nostri - sia da Comune che da Provincia di Lucca) e in base all'importanza della nostra manifestazione, con più di 40mila spettatori da tutto il mondo e ben 300 concerti l'anno, e un indotto di quasi 25 milioni di euro per Lucca e la provincia. Ma intanto che si parta col sequestro al fine di dare garanzia che giustizia venga fatta".

L'udienza è fissata per inizio giugno presso il tribunale di Lucca.

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