Li avete incontrati, li avete amati. Le loro sculture monumentali in carta hanno fatto traboccare le vie di Lucca di meraviglia...e per coloro che non li conoscessero ancora, sono gli artisti Outdoor di Cartasia. Quali sono stati i loro ricordi migliori della residenza artistica, e a cosa stanno lavorando adesso?
In attesa della nuova edizione di Cartasia Lucca Biennale, abbiamo colto l'occasione per intervistare i protagonisti Outdoor delle scorse edizioni. Ecco uno sguardo sui paper artist che hanno realizzato le straordinarie opere che rendono unica la Biennale.
Mykl Wells è stato accolto a Cartasia due volte: vincitore dell'edizione 2012 con "Bucaneve", un riferimento al fiore che sboccia dopo un rigido inverno, un ciclo di crisi e rinascita; è tornato poi in quanto ospite speciale a Cartasia 2016 con "Astronave", ricreando l'atterraggio di una navicella in cartone nel centro della città .
"Continuo a lavorare e produrre, adempiendo agli incarichi di un'artista professionista. Negli anni scorsi ho partecipato a innumerevoli mostre in gallerie d'arte ed eventi pubblici. Per quanto riguarda il cartone, lo sto utilizzando meno come materiale principale, anche se al momento sto lavorando a un'installazione monumentale in cartone. Ha centinaia di elementi di scultura ed è ad oggi la mia opera in cartone più ambiziosa. [...]
Per quanto riguarda ricordi [di Cartasia] ce ne sono molti, Cartasia ha cambiato la mia vita in modi sia profondi che sottili. Ho grande rispetto per Cartasia in quanto istituzione. Dà libertà all'artista, insieme a un luogo di lavoro, supporto fisico e una piattaforma per mettere in mostra le proprie visioni uniche, monumentali o delicate. I miei ricordi più belli sono quelli legati alle persone che hanno lavorato con me per concretizzare la mia visione. Loro sono tanto gli autori di questo pezzo quanto lo sono io. Aver avuto la possibilità di partecipare due volte, aver potuto vedere la crescita e lo sviluppo dell'organizzazione è stato incredibile. Mangiare, bere, respirare la compagnia degli altri artisti, condividere idee. È un'esperienza che energizza e che rende umili allo stesso tempo."
Ines Hubacher è stata protagonista a Cartasia 2012 con "Il Teatro della Vita", una parete di cartone nella quale sono state intagliate parole legate al tema dell'edizione: crisi e rinascita. "Negli ultimi tre anni, sto sperimentando e lavorando con tecniche di stampa, principalmente con stampa monotipo su carta, legno o plastica [. . .] i miei temi sono principalmente di paesaggi alpini, lo spazio e come lo affrontiamo. Nel mio lavoro attuale uso la carta, ma non esclusivamente, e in un modo molto diverso.
Cartasia 2012 è stata una grande esperienza per me. Ho apprezzato molto l'opportunità e il grande supporto nel realizzare un progetto così grande dalla A alla Z, con tutte le sfide, tra cui quella del trasporto alla destinazione finale in Piazza San Francesco. Il camioncino sarebbe riuscito a passare tranquillamente dalle porte della città , con tre parti dell'installazione fissati sopra, o sarebbe rimasto incastrato? Ero l'ultima del gruppo a installare l'opera ed ero abbastanza nervosa! Per fortuna tutto è andato liscio. Ricordo Lucca in quanto un luogo stimolante e accogliente, un'atmosfera amichevole e rilassata."
Anche Stefania Giannici ha partecipato a Cartasia 2012, con "Afasia": un'installazione di esaedri e sfere in carta appesi, simboleggiando un percorso di ricerca interiore. "Da quattro anni a questa parte ho avviato una piccola attività artigianale a Venezia che ad oggi mi ha regalato tante soddisfazioni, visto che ad esempio ho vinto la prima edizione del Premio Segalin nel 2015 e in poco tempo sono riuscita a farmi conoscere a livello nazionale e internazionale; [...] Ho esplorato nuove tecniche di lavorazione della carta e creo diverse tipologie di oggetti, quindi, pur mantenendo uguale il mio modo di immaginare e creare, sono cresciuta e il mio stile continua ad evolvere.
Ricordo con piacere l'atmosfera che si respirava lavorando gomito a gomito con altri artisti [a Cartasia 2012], la soddisfazione di aver realizzato per la prima volta un'opera di così grandi dimensioni e la gioia di vederla esposta in una delle più belle piazze di Lucca."
Giacomo Zaganelli creò "Moto" per Cartasia 2014, per rappresentare il tema dell'edizione: identità liquide. Ha scelto di creare una spirale di tubi in cartone rappresentando una continua trasformazione. "Al momento mi trovo in Asia, in particolare a Taiwan, dove è appena conclusa una mia personale al MoCA di Taipei, la prima di un artista italiano. Parallelamente sto lavorando ad altri progetti che si svilupperanno nei prossimi mesi sia qui che in Italia [...] Ogni esperienza e ogni luogo sono diversi da quello precedente, io traggo ispirazione proprio da questo e in base ai contesti modello il mio approccio con l'obiettivo di comunicare attraverso il mio lavoro. L'approccio in qualche maniera è rimasto lo stesso, il linguaggio si è evoluto.
Di Cartasia ho un bel ricordo in merito alla relazione che si instaurò in quei giorni con alcuni dei ragazzi dello staff di montaggio. C'era una bell'atmosfera."
Alla più recente edizione di Cartasia nel 2016, Labadanzky ha esplorato il tema di confini e prospettive realizzando un robot gigante, "U.E.C. 9000", una macchina da guerra che nasconde la sua debolezza dietro ad un aspetto imponente (potete ancora vedere il robot di Labadanzky: è appostato nella Sortita San Martino sotto le mura di Lucca!). "A cavallo tra 2017 e 2018 sto portando avanti una campagna installativa tra Genova e Torino culminata, a novembre, con una temporary personale all'ex Villaggio Olimpico (Torino Lingotto), in corrispondenza di Artissima 2017. Tale campagna continua attualmente in Genova, dove sto preparando un solo show a Palazzo Ducale [tenuto dal 22 febbraio al 15 marzo] dal titolo, "Rest in pieces", che presenterà alcune reinterpretazioni di una selezione tra le nostre più "celebri" installazioni urbane, a grandezza naturale e/o in scala. La mia cifra stilistica rimane sostanzialmente invariata [da quella usata a Cartasia 2016]."